La Mostra Concorso si tiene a Palazzo Vivante, un palazzo storico della città di Trieste.
Di seguito ne ripercorriamo brevemente la storia
Un tempo dimora prestigiosa dell’alta borghesia triestina, Palazzo Vivante è eretto tra il 1842 ed il 1844 su progetto di Domenico Corti. Il palazzo ha assunto via via il nome dei rispettivi facoltosi proprietari fino a Fortunato Vivante.
Quest’ultimo decise di trasformare la propria abitazione per adeguarla al suo rango affidando lo studio del progetto all’arch. Rudolf Dick di Vienna (progettista del Museo egizio del Cairo) e l’esecuzione dei lavori all’ing. Arturo Ziffer di Trieste. Tali lavori, conferiscono l’aspetto tuttora esistente relativamente alla facciata, di stile neoclassico, ed al percorso di rappresentanza.
Notevole la scenografia del doppio scalone, “che rende omaggio ad un barocco contenuto entro la misura classica e con espliciti riferimenti all’architettura michelangiolesca negli archi ribassati e gli scalini ellittici delle rampe di collegamento con l’atrio”.
Le cinque fastose tele del ciclo decorativo interno sono state recentemente attribuite, grazie ad una ricerca effettuata dalla d.ssa Serenella Ferrari Benedetti, al pittore viennese Alois Hans Schram, autore, tra l’altro, del trittico del Palazzo di Giustizia di Salisburgo e delle decorazioni dell’atrio del Parlamento di Vienna.
Notevoli, infine, le pietre ornamentali usate nei vari ambienti, caratterizzate da una stupefacente policromia, in particolare negli scaloni e nei caminetti, dal rosso amaranto dell’atrio d’ingresso, al bianco venato della Sala Rossa, al nero lucido della Sala Gialla, all’onice verde della Sala Ovale.
Alla fine della prima Guerra Mondiale, nel 1918, il Palazzo venne occupato da S.A.R. Emanuele Filiberto Duca d’Aosta, Comandante della III Armata, che vi rimase per 18 mesi. Documenti recentemente reperiti indicherebbero che nel 1919 il Duca ospitò Gabriele D’Annunzio, in transito per Fiume.
Scomparso Fortunato Vivante (nel 1926), i suoi parenti essendo di origine ebraica, furono costretti all’esilio dopo le leggi razziali del 1938. Due di essi morirono nel campo di concentramento di Auschwitz.
Dal 1940 al 1946 il Palazzo fu prima sede del Comando Federale Gioventù del Littorio, poi della “Gestapo” (1943), della “Guardia del Popolo” titina (maggio 1945, dopo essere stato gravemente lesionato da un bombardamento aereo), del “Comitato di Liberazione Nazionale” (giugno 1945), delle ACLI e della Democrazia Cristiana (1946).
Nel 1954, già di proprietà dell’”Opera Figli del Popolo”, il Palazzo ospitò il primo Ufficio del Sindaco di Trieste, ing. Gianni Bartoli, dopo l’occupazione anglo-americana.
Infine, nel 2010, grazie al supporto finanziario offerto dalla Regione FVG e dalla Fondazione CRT, un radicale intervento restaurativo della facciata e delle fiancate laterali ha riportato il Palazzo allo splendore originario, restituendo alla città un gioiello architettonico, custode di memorie importanti.
La posizione di Palazzo Vivante sulla mappa